Sono Sara Gemma Rinaldi, blogger freelance, e oggi ho il privilegio di ospitare nel mio salotto virtuale una persona speciale, un’autrice versatile e molto conosciuta: Alexandra J. Forrest, che ci parlerà di sé, del suo lavoro e dei suoi progetti.
Benvenuta, Alexandra, e grazie per aver accettato l’invito.
Grazie a te. Il tuo invito mi ha fatto molto piacere.
Innanzi tutto vorrei che parlassi del tuo nuovo libro, la tua più recente pubblicazione: “L’Avventuriero dei Mari del Sud”. So che ami narrare vicende, in prevalenza, ambientate in vari periodi storici e le tue ricostruzioni sono sempre molto accurate. Immagino che anche per questo romanzo ti sarai documentata.
Naturalmente. La ricerca è indispensabile, quando si vogliono esplorare e descrivere epoche appartenenti al passato. Questo romanzo, in particolare, si è rivelato impegnativo, dal punto di vista dell’acquisizione di elementi e conoscenze che rendessero il più verosimigliante possibile la storia che mi proponevo di raccontare, e ritengo di essere riuscita a dare un’impronta di autenticità all’intera vicenda. I pirati e il loro mondo variegato e avventuroso sono sempre affascinanti.
A quale pubblico di lettori lo consigli?
Il romanzo è adatto a tutti. Non soltanto agli amanti del genere avventuroso. Lo sviluppo della trama avviene in due parti distinte: la prima ambientata nel mondo dorato dell’aristocrazia inglese del XVIII secolo, dove si svolge il dramma familiare del protagonista che lo condurrà a imbarcarsi e andare incontro al destino che lo attende al di là dell’Oceano. Ed è sotto il caldo sole dei Tropici che vivrà un’intensa storia d’amore. Immancabile, in un Romance.
Autori famosi del passato ti hanno ispirato nel corso della stesura del romanzo?
Emilio Salgari, soprattutto, e alcuni vecchi film che mi appassionavano da bambina. Contrariamente a quanto qualcuno afferma, non mi sono ispirata ad Alexandre Dumas. Il mio protagonista non evade dal carcere, bensì ottiene la libertà in cambio dell’esilio perpetuo e della perdita della sua identità.
Il romanzo è molto intrigante e coinvolgente, tuttavia mi pare che alcune questioni siano rimaste in sospeso. Stai pensando ad un seguito?
Attualmente non è previsto, ma in futuro chissà…
Ami scrivere con un sottofondo musicale, o prediligi il silenzio?
Di solito preferisco lavorare circondata dal silenzio, ma questo romanzo fa eccezione perché, mentre lo scrivevo, ho ascoltato la musica di Ennio Moricone dal film “Mission”, che così è diventata la colonna sonora delle avventure dei protagonisti.
Credo sia straordinario il modo in cui, nei tuoi libri, passi con disinvoltura da un’epoca all’altra. Per citarne soltanto tre dei più recenti, “I fuochi di Albion”, “La Gemma del Nilo”, e “Il Falco normanno”, hai compiuto balzi temporali davvero notevoli. Dalla Britannia dominata dai romani, al periodo Vittoriano e poi il Medioevo. Qual è il tuo segreto?
Se lo dicessi, non sarebbe più un segreto. In realtà, scrivere e leggere sono la chiave che spalanca tutte le porte atrraverso le quali si può giungere ovunque si desideri. Lo sanno tutti gli autori che come me volano con la fantasia. Lo sanno i lettori, che tramite i libri accedono a luoghi lontani, diventando esploratori ed essi stessi protagonisti. Nessun confine è invalicabile.
La tua produzione e il tuo curriculum sono davvero notevoli. Sei fra le autrici che possono vantare una lunga carriera. Vorresti cambiare qualcosa? Ritieni di aver raggiunto i tuoi obiettivi?
Le soddisfazioni non sono mancate tuttavia, se potessi e con il senno di poi, cambierei molte cose. Non soltanto per quanto riguarda la professione, ma proprio in generale. E no, non ho raggiunto i miei obiettivi e ritengo che ormai non valga la pena di averne.
Perché continuare a scrivere, allora?
Perché a questo punto della mia vita non so fare altro e la mia mente creativa continua ostinatamente a inviarmi nuove idee da elaborare. Che stress! (Risata)
Colgo al balzo l’occasione e ti chiedo se stai lavorando ad un nuovo progetto. Mi daresti qualche anticipazione?
La risposta alla prima domanda è sì. Alla seconda è no.
Va bene. Cercherò di farmene una ragione. Per tornare alla tua lunga carriera, dopo aver pubblicato con Editori importanti, sei passata, per un periodo, alla pubblicazione da indipendente. Che cosa ti ha spinto a intraprendere quella strada?
Con l’avvento del digitale si sono aperte nuove possibilità che mi è parso opportuno sfruttare, in modo da poter riproporre dei miei vecchi romanzi presentandoli in una nuova veste grafica e rinnovandoli qua e là anche nei contenuti. Credo che sia una grande risorsa, specie per autori esordienti che vogliono farsi conoscere.
Hai intenzione di riprendere ad autopubblicarti?
Non mi dispiacerebbe. Ho ancora parecchi libri che vorrei rivedere in circolazione. Libri che meritano di avere una seconda opportunità di essere letti e apprezzati. Purtroppo, avendo perso un valido collaboratore, temo non sarà tanto facile, ma non ipoteco il futuro.
A questo punto la domanda d’obbligo è: che cosa ti senti di consigliare a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore?
Consiglierei di dedicarsi ad altro. (Risata) Ma se dalla mia prospettiva vedo questa professione in modo negativo per mille e una ragione, non voglio influenzare aspiranti scrittori perché non sarebbe giusto e pertanto consiglio, se questa passione vi brucia e non vi dà tregua, se siete capaci di superare tutte le difficoltà, le critiche maligne, se possedete perseveranza, ostinazione, se siete convinti di avere talento… Scrivete e buona fortuna!
Purtroppo, l’intervista è finita. Colgo l’occasione di ringraziare la mia fantastica ospite Alexandra J. Forrest, lo spazio concessomi dal blog del Sito, e spero che abbiate gradito questo intervento.
Approfitto anch’io per salutare tutti e rivolgere un caloroso ringraziamento alla cara amica e blogger Sofia Gemma Rinaldi.